Giornata mondiale delle api: la salvaguardia della biodiversità
- Articolo tratto da:
- Campagnamica.it
La Giornata Mondiale delle Api è stata istituita nel 2017 dalle Nazioni Unite per ricordare l’importanza delle api e di altri impollinatori per l’ambiente, l’economia e la biodiversità. La data scelta, il 20 maggio, coincide con la data di nascita di Anton Janša che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne nel suo paese natale, la Slovenia, il paese che ha proposto questa giornata.
Difendere le api, e con loro tutti gli insetti impollinatori, è molto importante perché la loro sopravvivenza è in pericolo e con loro rischiamo di perdere tutti i benefici che apportano alla nostra vita e all’ambiente.
Il rapporto IUCN 2015, che contiene la prima valutazione completa delle specie di api europee, afferma che quasi il 10% è a rischio di estinzione, un altro 5% è “probabilmente” in pericolo, mentre non sono disponibili dati per circa il 57% delle specie. Secondo gli studiosi, il numero degli impollinatori è in calo in tutto il mondo, ma il bisogno di impollinazione è in aumento, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
Le cause che mettono in pericolo le api sono varie: l’uso massiccio di pesticidi e prodotti chimici che hanno un forte impatto anche sugli impollinatori, la continua urbanizzazione e cementificazione, il cambiamento climatico, ma anche la diffusione di miele di bassa qualità che incide sull’economia dell’apicoltura.
Da Nord a Sud del Paese è praticamente azzerata quest’anno la produzione di miele a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici che non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo che rovina in Italia la giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018, per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto tanto che Albert Einstein sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.