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Che cos’è la lotta integrata?

Oggi molti parlano di biologico ma in pochi conoscono la lotta integrata. Il nostro intento, con questo post, è cercare di sciogliere qualche dubbio su questo argomento.. e allora partiamo!

La lotta integrata è sicuramente una soluzione più pulita rispetto all’agricoltura convenzionale.

Infatti a partire dagli anni ’80, l’impiego sconsiderato di fertilizzanti chimici e fitofarmaci nelle diverse fasi di coltivazione di cereali, ortaggi e frutta ha registrato un’impennata incredibile, con conseguenze dannose per l’uomo e per l’ecosistema. Diversamente, la lotta integrata interviene con la chimica solo quando il potenziale danno arrecato al raccolto supera il costo del trattamento stesso.

La produzione integrata in agricoltura può essere rappresentata come un compromesso tra l’agricoltura convenzionale e quella biologica, che ottempera però a precise esigenze:


  • ottimizzare l’impiego delle risorse e dei mezzi tecnici disponibili per conseguire la quantità di produzione necessaria alla richiesta nazionale ed internazionale;
  • produrre cibi sani e sicuri, conservando e proteggendo le risorse ambientali;
  • osservare le normative nazionali e comunitarie (ERSA - Regione autonoma Friuli Venezia Giulia).

La lotta integrata, riconosciuta e regolamentata dall’Europa, è una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti. Tra i quali spiccano:


  • l’uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l’uomo, per gli insetti utili, per l’aria e per l’ambiente;
  • la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni);
  • la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad intervalli fissi a scopo preventivo;
  • la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni;
  • l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti;
  • l’uso della rotazione colturale;
  • particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.

Quali sono i limiti della lotta integrata? Maggiori costi di produzione, necessità di un’assistenza tecnica qualificata e l’obiettiva difficoltà nel certificare il prodotto.

All’interno della mia azienda, pratichiamo la lotta integrata da più di 20 anni, tra le tecniche di lotta integrata da noi adottate rientrano l’uso di fitofarmaci poco o per niente dannosi per l’ecosistema, le trappole di monitoraggio e la confusione sessuale; quest’ultima consiste nella diffusione nell’aria del feromone sessuale femminile di ogni specifico insetto bersaglio, in misura tale da impedire al maschio di localizzarla e di fecondarla. Il mancato accoppiamento comporterà una popolazione di larve assai diminuita e di conseguenza un minor danno ai frutti. L’obiettivo di questa tecnica è mantenere l’organismo dannoso entro una soglia, limite oltre al quale l’organismo stesso crea danno economico (non si mira all’eradicazione, ma al contenimento).

Perché abbiamo scelto di percorrere questa strada? Mettendo in atto pratiche di lotta integrata ci poniamo come obiettivo primario la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Da sempre una priorità per noi.

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